[…] A noi appartiene l’attesa. E l’attesa è costitutiva della nostra umanità. Ci ricorda che non ci diamo da noi, che non ci basta quello che abbiamo e quello che siamo. L’aspettare qualcosa e aspettare qualcuno ci strappa alla nostra finitudine e ci proietta nella relazione e nella sua cura. Lì perseguendo insieme l’umanizzazione personale e comunitaria costruiamo lentamente il regno. […]