[…] L’accettazione della nostra povertà spirituale serve a renderci liberi dal vizio dell’orgoglio e della tentazione di giudicare gli altri, due mali che ci impediscono di vivere come fratelli ritrovati. Sentirci piccoli di fronte a Dio, tuffarci nella nostra precarietà, accettandola, fa bene perché ci aiuta a scoprire che quello che veramente importa è la sua Presenza in mezzo a noi. […]