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[...] Nell’essenzialità del racconto di Matteo non possiamo non cogliere la forza dirompente che ha nell’ esistenza la chiamata di Dio che ci raggiunge anche nell’ordinarietà del nostro essere peccatori.
A questo punto si apre la libertà della risposta dell’uomo che può rimanere nella comodità delle sue certezze o accogliere la possibilità di uscire dalla propria autoreferenzialità per entrare in relazione con Dio, sentendosi profondamente amato da Lui.