Posta a metà del Vangelo, la Trasfigurazione ne regge la costruzione complessiva, a cerniera tra il Battesimo e la Resurrezione. [...] Lo sprigionamento delle energie luminose del Tabor, più che di bellezza da estasi, ci parla della forza di una Vita che è pienezza che si dona, immemore di sé, senza risparmio e senza ritorno alcuno, sino a diventare energia di Resurrezione che attraverserà la morte. La Trasfigurazione infatti proietta i suoi raggi, nella seconda metà del Vangelo, sino alla fine. Il Tabor dialoga con il Golgota, la luce con le tenebre, la parola del padre con il suo silenzio, la sua comunione con il suo abbandono. [...]