La “reliquia del sangue del Papa Giovanni Paolo II”

di Giuseppe Castronovo - Comunità Kairòs

Apprendo dagli organi di stampa che è arrivata, tra due ali di folla orante e con fiaccolata annessa, la “reliquia del sangue del Papa Giovanni Paolo II”.
Non so se può essere ancora detto, ma da Cattolico vivo un forte disagio per una pratica che credevo fosse relegata a periodi assai lontani nel tempo, ad una “religione” legata a culti che credevo ormai accantonati, anche dalla storia. Ma così non deve essere se tanta gente va in fiaccolata ad accogliere la reliquia che viene intronizzata al centro di una Chiesa alla presenza di tutti i parroci e del Cardinale Arcivescovo di Palermo. Unica nota di colore che mi fa sorridere –in tanta tristezza- la circostanza che a fare il trasporto sia incaricata l’AVIS…. Credo per competenza.
Certo ci deve essere qualcosa che non capisco, ovvero sono anche io in preda alla secolarizzazione  ed al lato peggiore della epoca contemporanea, tanto “combattuta“ dal Papa immediatamente precedente a quello oggi felicemente regnante… è così che si deve dire in tempi di reliquie.
Mi chiedo però che tipo di ragionamento può essere fatto dentro una comunità cristiana in presenza di manifestazioni di questo genere evidentemente provenienti dalle alte gerarchie ecclesiastiche (chi altri poteva prelevare e conservare il sangue del Papa, forse morente?).
Fare spallucce, o dire che questo è un altro “modo“ di essere cattolici non mi basta più, voglio capire se è possibile inserire questo “mondo”, certamente diverso dal mio ed assai più numeroso, nell’alveo delle cose in cui credo, e continuo ostinatamente a credere (facciano quello che vogliono!).
L’analisi sociologico-pastorale che giustifica questa modalità e queste forme, fino a fare credere alla gente che la religione cattolica si sostanzia in queste pratiche, non mi basta più, specie se questa analisi sociologico-pastorale è fondata a partire dai numeri schiaccianti.
L’Insegnamento, la Vita e la Parola dell’Unigenito figlio di Dio, risuscitato dai morti il terzo giorno (Et resurresit tertia die secundum scriptura – come amava cantare mio padre) che ci ha svelato e rivelato il Volto amante del Padre, non può essere offerto (io direi nascosto) da queste pratiche, che poco hanno a che fare con la Resurrezione in cui credo (è stato resuscitato o è resuscitato non importa e del resto neanche il prof. Conigliaro ha preso posizione).
Scusate, ma che ci sia stato uno – chiunque – che ha pensato di prelevare il sangue di un altro uomo per poi farne oggetto di evidentissima mercificazione mi dà alla testa. E se tutto questo avviene con la copertura, benedizione ed il sostegno ideologico della gerarchia, peraltro localmente presente nella sua espressione Bagherese-Diocesana, mi fa ancora più orrore, essendo io visceralmente componente di questa Chiesa, come singolo e come appartenente a Kairos.
Sono certo che mi sfugge qualcosa, che vi è qualcosa nella Teologia dogmatica o in quella Pastorale o in una altra ancora, che certamente fa giustizia della mia ignoranza, ma come Cristiano Cattolico da SEMPRE praticante, mi sento offeso e questo non può essere in contraddizione con nessuna teologia perché fa parte della mia coscienza e probabilmente del mio peccato.

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